Medicina: SIOT, ortopedici bersagliati da denunce, definire atto medico

Roma, 11 apr. (Adnkronos Salute) - Gli ortopedici "sono tra i più colpiti dalle denunce perché, soprattutto in traumatologia, operano sulle urgenze. Il contenzioso si potrebbe ridurre attraverso un buon consenso informato con il paziente e una buona scrittura della cartella clinica. Inoltre le strutture devono assumersi le loro responsabilità sull’organizzazione e il monitoraggio dei rischi clinici". Lo affermano gli esperti della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot), durante il convegno nazionale ‘Medici legali e ortopedici a confronto’, a Roma, organizzato insieme alla Federazione delle Associazioni Medico Legali Italiane (Famli) e all’Associazione sindacale chirurghi ortopedici e traumatologi italiani (Nuova Ascoti). Due giornate di incontro che fanno il punto su responsabilità professionale, assicurazioni e rischio clinico. Gli ortopedici chiedono che venga "finalmente definito l’atto medico, per spiegare cosa sia il trattamento medico chirurgico e a cosa sia finalizzato". Un passaggio che, evidenziano, manca solo in Italia, Polonia e Messico.

Risultato, i medici pur di non incorrere in contenziosi giudiziari prescrivono molteplici esami e visite, o addirittura evitano di operare i casi complessi. Quanto ancora sarà sostenibile questo sistema? "Chiediamo l’immediato intervento di Governo e Parlamento. La legge Balduzzi non basta", affermano gli ortopedici. "Il dialogo e la collaborazione tra professionisti della salute è fondamentale in tempo di tagli e impoverimento della professione medica. Chiediamo che venga riconosciuto l’impegno delle società scientifiche nel dibattito sulle riforme", sottolinea Paolo Cherubino, presidente Siot. "L’anno scorso abbiamo scioperato, ma non basta. Dobbiamo motivare i medici con queste iniziative per porre un freno alla medicina difensiva. Bisogna ripartire dal concetto che il medico opera a fin di bene. Governo e Parlamento rimettano mano alla normativa inserendo la definizione di atto medico e impegnando le strutture sanitarie a gestire il percorso di responsabilità", commenta Michele Saccomanno, presidente della Nuova Ascoti. "Si sente tanto parlare di contenzioso medico legale, ma il medico legale interviene solo alla fine di questo percorso. Quindi è un bene che si relazioni con lo specialista. Camminiamo insieme e con le medesime finalità per ripristinare quel feeling tra medico e paziente che sembra perduto", conclude Mario Tavani, presidente Famli.

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