Al via il 20 febbraio corsi di formazione per gli ortopedici sulla responsabilità medica

I corsi sono gratuiti e affrontano le problematiche medico-legali con esperti in management sanitario, magistrati, medici legali e avvocati. Una parte del programma è dedicata alla presentazione delle polizze convenzionate per i chirurghi ortopedici.

16 FEB - “La piena conoscenza normativa, prevista dall’attuale legislazione, anche alla luce dell’approvazione alla Camera del ddl sulla responsabilità professionale dei professionisti sanitari, ora in discussione al Senato, deve essere un punto di partenza per non svilire la professionalità che ci contraddistingue. Non possiamo essere in balia di chi vive le leggi in modo formale, contro un pensiero debole di medicina difensiva, omissiva o eccessiva che sia”. Ad affermarlo, in una nota, è Michele Saccomanno, presidente del sindacato ortopedici e traumatologi Nuova Ascoti e della fondazione Femor, il quale annuncia l’inizio dei corsi di formazione per l’anno 2016, la cui prima tappa si svolgerà sabato prossimo 20 febbraio 2016 a Como (ore 9.00, Palace Hotel, Lungo Lario Trieste n. 16), dal titolo ‘Ortopedici in trincea. Come proteggersi’.

“I corsi sono gratuiti e affrontano le problematiche medico-legali con esperti in management sanitario, magistrati, medici legali e avvocati. Una parte del programma è dedicata alla presentazione delle polizze convenzionate per i chirurghi ortopedici - sottolinea il presidente Saccomanno - . Femor, la fondazione degli ortopedici italiani associati in Siot e Nuova Ascoti, oltre a sentirsi impegnata nella formazione di colleghi operanti in Congo, Sierra Leone ed Etiopia, si adopera, su mandato della nostra associazione sindacale, a diffondere la cultura di supporto ad un corretto esercizio della nostra professione”, aggiunge il presidente Saccomanno.

“Con l’aiuto di adeguate conoscenze possiamo interpretare ed applicare le norme per rendere più efficiente il servizio prestato a favore del paziente e proteggerlo dai fautori di sindromi rivendicative immotivate”, conclude la nota.

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