Il mio intervento al Congresso FDI di Fasano

Estratto del mio intervento/video
Non sono contento di come vanno le cose.
Dobbiamo capire dove vogliamo andare e dove vogliamo stare. Non è sufficiente dire “Eravamo missini”. I ragazzi di oggi non sanno che è esistita Alleanza Nazionale, né gliene possiamo fare una colpa perché i cicli della storia hanno altre sottolineature. E non sono quelle dei partiti, che pure hanno una grande merito per realizzarla e costruirla. Della storia rimangono le opere, i cambiamenti.
Berlusconi oggi dice “io mi impegno a fare quella rivoluzione liberale che avevo prospettato nel 1993/94”. Stiamo parlando del secolo scorso e quella rivoluzione evidentemente non c’è stata.
Con 10 mila difetti, ho ammirato e continuo ad ammirare Berlusconi, l’unico uomo pensante, aggressivo degli ultimi 50 anni.
Non abbiamo modificato la giustizia come avremmo voluto, perché quando in una pagina ci sono troppe sottolineature, il resto della pagina non si legge più. Ma quando nella politica si sottolinea una cosa, viene eseguita solo quella. Così come avviene nello studio universitario.
Le grandi leggi non si fanno con una sottolineatura, si fanno con progetti di ampio respiro. Esistono le leggi di ogni giorno e leggi che segnano la storia.
Oggi io mi domando: facciamo i congressi cittadini, tutti (forza italia, direzione italia, noi con salvini) stanno facendo le nomine in ogni città; ma a queste persone che in questo centrodestra vanno a fare i responsabili cittadini, abbiamo detto dove vogliamo andare? Non siamo in sede di esami, ma se domandassi a qualcuno “dove stiamo andando?” avremmo difficoltà a rispondere.
Sono felice di trovarmi con persone con cui ho sempre camminato, ma per andare dove?
Qual è il progetto sociale che dobbiamo conquistare? La visione del sociale che è prevista nel nostro centro-destra, la decliniamo tutti allo stesso modo? Per che cosa stiamo lavorando?
Andremo nelle piazze a raccontare un programma di governo che nessuno è in condizione di realizzare, con questa brutta legge elettorale.
Ammesso che si firmi un patto dal notaio, la mattina dopo le elezioni, per far nascere un governo, dobbiamo sperare che il Pd lo faccia con il M5S?
Una legge elettorale nata ancora per gli uomini e non per la politica che essi dovevano attuare.
Dobbiamo arrabbiarci, avere passione, lavorare per una destra inclusiva e aprire le porte agli uomini migliori.
Per questa campagna elettorale, in questa ricerca di destra inclusiva, dobbiamo lavorare sui temi. Se troviamo il tema importante, potrà emergere la persona che può guidarci.
Abbiamo ancora una volta sbagliato in materia di legge elettorale. Sarà un altro governo di transizione, un altro parlamento di nominati.
Non abbiamo bisogno di un parlamento fatto di nominati.
Dobbiamo aprirci, parlare dei tempi e portare all’interno le persone che sappiano parlare di quei temi.
Dobbiamo parlare dei problemi occupazionali, dobbiamo creare lavoro e ricchezza. Il rapporto tra impresa e lavoratore non è un tema appannaggio solo della sinistra.
Noi stiamo tollerando una regione (la nostra Puglia) in un mondo di pecoroni nella quale non c’è un responsabile sanitario. Emiliano non sa, quando lo chiamo mi dice “prendo appunti”.
Dobbiamo scegliere, facciamo un torto ai nostri figli se votiamo perché siamo “amici di”.
E’ ora che il centro-destra sia chiaro, che il centrodestra riprenda le caratteristiche sociali di tutti i centro-destra europei. Auspico che i congressi siano un interrogativo per cercare persone, donne e uomini affidabili.

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